Fibromialgia e autoimmunità

Autoimmune Disease Part 2: 3 Lab Tests that Identify the Cause - DHC of Utah

In medicina con la definizione di malattia autoimmune si indica una risposta anomala del sistema immunitario che si dirige contro i componenti del proprio organismo determinando, in tal modo, un’alterazione funzionale o anatomica del distretto colpito.

In presenza di patologia autoimmune il sistema immunitario diventa, così, incapace di spegnere i normali processi diretti contro l’organismo al termine di una fisiologica risposta infiammatoria, ed ugualmente si dimostra incapace di prevenirne lo sviluppo al di fuori di essa.

L’attacco autoimmune contro gli antigeni può essere solo confinato a singoli distretti, tessuti, organi ed apparati oppure avere ricadute dirette o indirette sull’organismo nella sua totalità (in questo caso si parla di malattia autoimmune sistemica).

Ogni patologia presenta caratteristiche patogenetiche peculiari che vanno a definire sia il tipo di reazione autoimmune prevalente, sia la sede del danno. La flogosi è un elemento comune nell’innesco e nello svolgimento delle reazioni immunitarie delle malattie autoimmuni e si apprezzano riscontri di segni obiettivi (tumor, calor, rubor, dolor, functio laesa) e biochimici (VES, PCR, consumo del complemento, anticorpi specifici) attestanti lo stato di infiammazione presente.

Si suppone che parte della suscettibilità allo sviluppo di malattie autoimmuni sia riconducibile a fattori genetici determinanti le caratteristiche biochimiche delle strutture preposte alla presentazione antigenica (complessi maggiori di istocompatibilità o MHC) e/o ai meccanismi di sviluppo della tolleranza verso il self.

Le terapie generalmente applicabili in presenza di malattie autoimmuni prevedono la somministrazione di corticosteroidi, antinfiammatori e/o immunosoppressori.

Il dolore a livello muscolare può trovare una causa nello stress ossidativo e generalmente si riscontra nello stato infiammatorio, venendo successivamente amplificato a livello del midollo spinale e dell’encefalo e dando luogo ai fenomeni di allodinia (percezione di uno stimolo affatto doloroso come doloroso) ed iperalgesia (la percezione di uno stimolo scarsamente doloroso e momentaneo come molto doloroso e duraturo). La Fibromialgia, pur venendo intesa come una malattia reumatica cronica dei tessuti fibrosi di natura non infiammatoria, potrebbe comunque originarsi da uno stato di infiammazione subclinica.

Riguardo alla sua attribuzione tra le malattie autoimmuni la letteratura medica è ancora discordante. Si è potuto, però, osservare che la FM è particolarmente diffusa tra soggetti già affetti da patologie autoimmunitarie.

Uno studio del dott. Dan Buskila dell’Università di Negev in Israele e del dott. Piercarlo Sarzi-Puttini dell’Ospedale Sacco di Milano, riguardante una comorbidità con patologie autoimmuni, è stato pubblicato sull’Israel Medical Association Journal nel gennaio 2008 (http://www.ima.org.il/imaj/ar08jan-20.pdf); mentre nell’ambito della ricerca italiana è stato pubblicato sul numero di maggio 2007 di Clinical Rheumatology uno studio della Professoressa Bazzichi (l.bazzicchi@int.med.unipi.it) e altri medici della Divisione di Reumatologia dell’Università di Pisa, sull’associazione fra l’autoimmunità della tiroide e la gravità della Sindrome Fibromialgica.

Le condizioni morbose nella FM

La presenza di una sintomatologia multiforme spiega le difficoltà evidenziabili nell’effettuare una diagnosi di FM.

Una delle fondamentali caratteristiche della Fibromialgia è identificabile nell’iperattività simpatica che si traduce in alterazioni della microcircolazione periferica e centrale: alterata distribuzione dei capillari a livello del tessuto muscolare con ipervascolarizzazione dei tender points, alterazioni del flusso cerebrale con diminuzione del flusso in particolari aree cerebrali (nucleo caudato e talamo) responsabili della trasmissione e della modulazione del dolore rendono ragione della caratteristica fondamentale della FM individuabile nella iperalgesia, in quanto il malfunzionamento di queste aree cerebrali porta ad un’errata interpretazione degli stimoli dolorosi.

Dolore Neuropatico: l'importanza degli esercizi di Neural Glides

I principali sintomi includono:

Iperalgesia e rigidità/tensione ad andamento cronico che interessano il sistema muscolare, articolare ed i tessuti molli; allodinia; cefalea (nucale, temporale e/o sovraorbitaria); emicrania; dismenorrea

Disturbi della sensibilità che si manifestano con fascicolazioni e parestesie diffuse o limitate ad un emisoma e presenza di neuropatia periferica (cutanea e muscolare) la cute è l’organo coinvolto.

Sintomi a carico degli arti inferiori (Sindrome di Wittmaack-Ekbom)

Intolleranza ortostatica

Affaticabilità e astenia persistenti che si manifestano come prostrazione fisica, debolezza muscolare e articolare, scarsa concentrazione

Alterazioni dell’equilibrio e vertigini ad andamento cronico

Alterazioni della temperatura corporea accompagnata da vasospasmi (Fenomeno di Raynaud)

Tachicardia, cardiopalmo, costocondralgia

Mastodinìa

Disturbi alla deglutizione ed a livello della lingua

Disturbi gastrointestinali e nausea con ipersensibilità e intolleranze chimiche

Ipersensibilità agli stimoli visivi e calo visus causato da un coinvolgimento dei muscoli oculari

Ipersensibilità agli stimoli uditivi, acufeni originati da spasmi dei muscoli tensivi del timpano

Impossibilità di recupero muscolare e disturbi del sonno/anomalia alfa-delta”  (alterazione delle fasi del sonno)

Diminuzione della memoria a breve termine, annebbiamento

Ansia parossistica, disturbo da attacchi di panico e manifestazioni depressive riconducibili alla cronicità del dolore.

La Fibromialgia presenta sintomi costanti nel tempo per i cui effetti, spesso invalidanti, non esistono cure o terapie risolutive. I dolori sono permanenti e persistenti, assumendo le caratteristiche del dolore muscolare reumatico – bruciore, spasmi e sensazione di ferita da coltello – ma possono variare di intensità, durata e frequenza nelle varie zone del corpo.

L’andamento di questa patologia è cronico e caratterizzato dall’alternarsi di episodi acuti seguiti da periodi di remissione clinica senza mai raggiungere uno stato di guarigione totale.

I sintomi tendono a peggiorare in risposta agli sforzi fisici, al freddo, all’umidità, all’insonnia e allo stress.

Descrizione clinica e incidenza

La Fibromialgia è una malattia reumatica che interessa i tessuti fibrosi. Genera sofferenza localizzata ed astenia ingravescente causando un aumento di tensione muscolare e presenta un’anomalia nella comunicazione intercellulare causata da un’alterazione dei neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale.

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La disfunzione dei neuromediatori, in particolare della serotonina e della norepinefrina, determina un’iperattività del Sistema Nervoso Neurovegetativo con un conseguente deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare che provoca l’insorgenza del dolore (iperalgesia e allodinia), la tensione e l’astenia.

formula di struttura                                   Noradrenaline chemical structure.png

La FM è una patologia a genesi multifattoriale.

Pur essendo invalidante e priva di terapie specifiche non si può, però, includere tra le malattie rare. Le malattie rare, infatti, sono patologie che presentano una prevalenza inferiore al limite stabilito dal livello europeo di 5 casi su 10.000 abitanti.

I dati ufficiali italiani inerenti alle malattie reumatiche aggiornati all’anno 1999 riportavano, invece, 700.000 casi di reumatismi extrarticolari – tra i quali veniva inclusa la Fibromialgia  contro i 410.000 casi di Artrite Reumatoide ed i 33.600 delle Connettiviti.

Gli studi epidemiologici americani e canadesi  evidenziano nella popolazione generale una frequenza compresa fra il 3 e il 4%, che aumenta progressivamente nel sesso femminile fino a raggiungere l’8-9%.

Uno studio pilota europeo nel 2003 ha valutato una prevalenza “possibile” di Fibromialgia (ricavata mediante interviste e rapporti matematici) in Francia ed in Portogallo, con risultati che stimano il 7,4% della popolazione francese e il 10,4% della popolazione portoghese. Lo stesso tipo di studio in Italia è stato applicato ad un campione di 1000 soggetti ed ha ricavato una prevalenza “possibile” del 4,1% .

La prevalenza interessa il genere femminile, il rapporto tra sesso femminile e maschile è, infatti, di 4:1 ed interessa maggiormente un’età giovane adulta, collocabile tra i 30 e i 50 anni.

Pur tenendo conto del carattere approssimativo dei dati ottenuti a causa della metodologia impiegata nell’indagine, e pur considerando la mancanza di markers diagnostici specifici che rendono la FM una malattia reumatica ad andamento cronico di difficile individuazione, si possono però già stimare, soltanto in Italia, tra i 3 e i 4 milioni di individui verosimilmente affetti da Fibromialgia.