Percorsi di diagnosi

La Fibromialgia è una malattia cronica di gravità variabile; ma l’affaticamento e il dolore che la caratterizzano possono essere pesantemente invalidanti e la prognosi facilmente compromessa dalle numerose diagnosi errate.

In passato si riteneva che la FM fosse una patologia di natura psicogena e pertanto difficilmente curabile.

Negli ultimi anni le cose sono radicalmente cambiate ed anche se non si conoscono lesioni anatomiche o markers specifici si possono individuare precise zone che se compresse producono effetti dolorosi.

Queste aree algogene sono presenti alla digitopressione nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica mentre non sono manifeste negli individui sani o nei pazienti affetti da altre patologie reumatiche.

In considerazione del fatto che la FM presenta una molteplicità di sintomi aspecifici è necessario evidenziare l’importanza di una diagnosi differenziale e l’individuazione di eventuali patologie primarie o associate.

Gli esami di laboratorio richiesti sono:

Emocromocitometrico con formula leucocitaria, VES, PCR, ANA test, CPK, transaminasi, Anticorpi anti-EBV e anti-HCV, TSH, FT4.

Sembrerebbe, inoltre, che la sostanza P si trovi in quantità rilevante nel cervello dei fibromialgici ed anomali risultano anche la dopamina, la noradrenalina, l’istamina, la GABA, la calcitonina peptide, i neuromediatori, l’asse ipotalamoipofiso- surrenalico ed il sistema nervoso vegetativo.

Il fatto che nella Fibromialgia siano state dimostrate e più volte confermate le alterazioni di numerosi neurotrasmettitori (coinvolti nella modulazione del dolore e nella regolazione del sonno) potrebbe essere la riprova di un’origine centrale e non periferica della FM.

neurotrasmettitori in "Dizionario di Medicina"

Le alterazioni riguardano:

5-idrossi-triptofano nel liquor e nel plasma;

ridotta concentrazione di seratonina;

ridotta produzione di melatonina;

aumento di oltre 3 volte delle concentrazioni di sostanza P nel liquor.

Calcificazioni e onde d'urto - Terapia ad onde d'urto

Tra le altre alterazioni organiche obiettive del paziente fibromialgico sono apprezzabili:

calcificazioni, tendini e borse sierose, capsuliti;

esami autoimmunitari come gli anticorpi anti nucleo (ANA) e/o il fattore reumatoide (FR) con bassa positività;

alterazioni a livello anatomico come un’eccessiva innervazione nelle mani  riguardante i nervi addetti alla regolazione (apertura e chiusura) causata da shunt artero-venosi locali (rilevante malformazione artero-venosa);

tessuto muscolare disorganizzato presentante un accumulo di lipofuscina, frammentazione del DNA con aree di contratture localizzate;

numero ridotto di mitocondri, accumulo intracellulare di glicogeno e grassi con compromessa produzione energetica e stress ossidativo;

disfunzione dell’ippocampo osservabile da risonanza magnetica spettroscopica (sottotipo 1H);

bassa concentrazione di NAA – acido naftalenacetico;

anormalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene;

aumento di glutammato, omocisteina e interleukina-8;

aumento delle citochine infiammatorie circolanti a denotare uno stato di infiammazione cronica di basso grado;

presenza di SIBO;

aumento della permeabilità intestinale (leaky gut);

carenza di Vitamina D, ferro, magnesio, zinco, Vitamina B12.

Mal di schiena e Fibromialgia: Trigger point o Tender point ?

La diagnosi di Fibromialgia è di pertinenza reumatologica e/o neurologica e si basa sui criteri dell’American College of Rheumatology (ACR) dopo aver accertato l’esclusione di altre forme reumatiche infiammatorie croniche, patologie associate ai dolori diffusi e ipotiroidismo.

Si effettua in pazienti affetti da sintomatologia composta da astenia, affaticamento e dolori diffusi persistenti almeno da tre mesi e con almeno 11 punti di pressione dolorosa su un totale di 18 siti specifici (9 per lato).

Nella Fibromialgia la tensione muscolare si riflette a livello delle strutture fibrose che diventano dolenti nei loro punti di inserzione.

I punti tendinei e i punti muscolari dolenti identificabili durante la palpazione sono definiti “Tender Points”, aree localizzate che provocano dolore in risposta ad una pressione anche leggera. Il dolore risulta evocato esclusivamente nell’area in cui si trovano questi punti e mai a distanza.

Cosa sono i Trigger Point? | Andrea Bellato

I  punti sono rintracciabili nelle seguenti regioni:

  1. alla base del collo (sotto il ramo inferiore del muscolo sternocleidomastoideo)
  2. in prossimità della seconda costola
  3. a 2 cm. dall’epicondilo laterale
  4. nella sporgenza del grande trocantere
  5. nel cuscinetto adiposo mediale del ginocchio
  6. nell’inserzione del muscolo suboccipitale
  7. all’origine del muscolo sopraspinoso
  8. nella metà del margine superiore del muscolo trapezio
  9. nel quadrante superoesterno del gluteo.

Un muscolo divenuto meno elastico, rigido alla palpazione e cronicizzato non può più svolgere l’attività che permetteva  all’articolazione di eseguire il movimento. E’ possibile che in un’area interessata da questi 9 punti si sviluppino, in presenza di microtraumi, anche altre particolari zone definite “Trigger Points”.

I Trigger  sono zone indurite diventate dolenti alla palpazione, apprezzabili nel tessuto muscolare o nella fascia associata ad esso. Questi punti sono estremamente dolorosi e se non trattati possono compromettere la capacità funzionale del muscolo interessato.
Al tatto si presentano come noduli dolorosi a causa dell’alterazione del microcircolo venoso-arterioso e dei vasi linfatici. 
Quando il muscolo si atrofizza si possono formare ulteriori nodi accanto al nodulo primario ed una caratteristica di questi punti è quella di causare dolore anche in aree  distanti dal punto stesso.

Un criterio diagnostico che permette di differenziare una presenza di Fibromialgia piuttosto che di Sindrome miofasciale è dato dalla tipologia del dolore. In caso di FM alla pressione si avvertono punti dolenti con un dolore circoscritto mentre se i punti dolenti proiettano il dolore in areee distanti si tratta di dolore miofasciale.

Molti pazienti fibromialgici presentano, però, oltre ai tipici Tender Points caratterizzanti la patologia anche questi noduli perché affetti da patologie muscolo-scheletriche e miofasciali correlate alla Fibromialgia.