Decorso clinico e stadi nella Fibromialgia

La Fibromialgia non è una malattia a prognosi infausta né progressivamente deformante e la sintomatologia non si sviluppa in modo uniforme in tutti i pazienti.

Il dolore cronico può colpire invariabilmente un solo quadrante anatomico o più regioni degli arti superiori e inferiori, della nuca e del rachide, può estendersi fino a raggiungere più quadranti o interessare anche tutto il corpo.

Individuando la localizzazione e l’irradiazione dei dolori è quindi possibile ottenere una classificazione dello stato morboso.

I dolori presentati possono essere fulminei, migranti o persistenti e presentano un livello d’intensità che varia dal “moderatamente forte” al “molto forte”.

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Ad un primo stadio la Fibromialgia si presenta con un solo quadrante dolorante.

Nel secondo stadio della malattia potrebbero essere doloranti due quadranti.

La malattia al terzo stadio potrebbe interessare fino a tre quadranti.

Al quarto stadio tutti i quattro quadranti sono interessati.

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La patologia può presentare sintomi così severi e invalidanti da risultare incompatibili con lo svolgimento di una normale attività lavorativa o di un normale andamento nella vita sociale e di relazione del paziente.

In questi casi i fibromialgici necessitano di un intervento di terapisti che li affianchino con un supporto occupazionale e di riabilitazione perché possano convivere con la malattia con il minore disagio possibile.

La Fibromialgia colpisce prevalentemente il genere femminile in età fertile, ed anche se non sembra direttamente influire sulla fertilità, la gravidanza potrebbe aggravare i sintomi contribuendo ad un sensibile aumento del dolore nell’ultimo trimestre, verosimilmente anche in conseguenza alla sospensione delle terapie farmacologiche nelle pazienti in stato di gravidanza.

D’altro canto, sono stati riferiti anche casi di pazienti che hanno dimostrato uno stato di benessere durante la gravidanza, verosimilmente in virtù dell’aumentata produzione di relaxina, ormone peptidico che  agisce come antagonista degli attivatori contrattili regolando i cambiamenti nel tessuto connettivo cervicale ed andando a rilassare muscoli e sinfisi pubica, agendo sul metabolismo del collagene ed inibendo la sintesi, migliorando la sua ripartizione.

Per le pazienti fibromialgiche è, in ogni caso, decisamente indicata la programmazione di un parto indolore con anestesia epidurale al fine di contrastare l’iperalgesia.

Percorsi di diagnosi

La Fibromialgia è una malattia cronica di gravità variabile; ma l’affaticamento e il dolore che la caratterizzano possono essere pesantemente invalidanti e la prognosi facilmente compromessa dalle numerose diagnosi errate.

In passato si riteneva che la FM fosse una patologia di natura psicogena e pertanto difficilmente curabile.

Negli ultimi anni le cose sono radicalmente cambiate ed anche se non si conoscono lesioni anatomiche o markers specifici si possono individuare precise zone che se compresse producono effetti dolorosi.

Queste aree algogene sono presenti alla digitopressione nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica mentre non sono manifeste negli individui sani o nei pazienti affetti da altre patologie reumatiche.

In considerazione del fatto che la FM presenta una molteplicità di sintomi aspecifici è necessario evidenziare l’importanza di una diagnosi differenziale e l’individuazione di eventuali patologie primarie o associate.

Gli esami di laboratorio richiesti sono:

Emocromocitometrico con formula leucocitaria, VES, PCR, ANA test, CPK, transaminasi, Anticorpi anti-EBV e anti-HCV, TSH, FT4.

Sembrerebbe, inoltre, che la sostanza P si trovi in quantità rilevante nel cervello dei fibromialgici ed anomali risultano anche la dopamina, la noradrenalina, l’istamina, la GABA, la calcitonina peptide, i neuromediatori, l’asse ipotalamoipofiso- surrenalico ed il sistema nervoso vegetativo.

Il fatto che nella Fibromialgia siano state dimostrate e più volte confermate le alterazioni di numerosi neurotrasmettitori (coinvolti nella modulazione del dolore e nella regolazione del sonno) potrebbe essere la riprova di un’origine centrale e non periferica della FM.

neurotrasmettitori in "Dizionario di Medicina"

Le alterazioni riguardano:

5-idrossi-triptofano nel liquor e nel plasma;

ridotta concentrazione di seratonina;

ridotta produzione di melatonina;

aumento di oltre 3 volte delle concentrazioni di sostanza P nel liquor.

Calcificazioni e onde d'urto - Terapia ad onde d'urto

Tra le altre alterazioni organiche obiettive del paziente fibromialgico sono apprezzabili:

calcificazioni, tendini e borse sierose, capsuliti;

esami autoimmunitari come gli anticorpi anti nucleo (ANA) e/o il fattore reumatoide (FR) con bassa positività;

alterazioni a livello anatomico come un’eccessiva innervazione nelle mani  riguardante i nervi addetti alla regolazione (apertura e chiusura) causata da shunt artero-venosi locali (rilevante malformazione artero-venosa);

tessuto muscolare disorganizzato presentante un accumulo di lipofuscina, frammentazione del DNA con aree di contratture localizzate;

numero ridotto di mitocondri, accumulo intracellulare di glicogeno e grassi con compromessa produzione energetica e stress ossidativo;

disfunzione dell’ippocampo osservabile da risonanza magnetica spettroscopica (sottotipo 1H);

bassa concentrazione di NAA – acido naftalenacetico;

anormalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene;

aumento di glutammato, omocisteina e interleukina-8;

aumento delle citochine infiammatorie circolanti a denotare uno stato di infiammazione cronica di basso grado;

presenza di SIBO;

aumento della permeabilità intestinale (leaky gut);

carenza di Vitamina D, ferro, magnesio, zinco, Vitamina B12.

Mal di schiena e Fibromialgia: Trigger point o Tender point ?

La diagnosi di Fibromialgia è di pertinenza reumatologica e/o neurologica e si basa sui criteri dell’American College of Rheumatology (ACR) dopo aver accertato l’esclusione di altre forme reumatiche infiammatorie croniche, patologie associate ai dolori diffusi e ipotiroidismo.

Si effettua in pazienti affetti da sintomatologia composta da astenia, affaticamento e dolori diffusi persistenti almeno da tre mesi e con almeno 11 punti di pressione dolorosa su un totale di 18 siti specifici (9 per lato).

Nella Fibromialgia la tensione muscolare si riflette a livello delle strutture fibrose che diventano dolenti nei loro punti di inserzione.

I punti tendinei e i punti muscolari dolenti identificabili durante la palpazione sono definiti “Tender Points”, aree localizzate che provocano dolore in risposta ad una pressione anche leggera. Il dolore risulta evocato esclusivamente nell’area in cui si trovano questi punti e mai a distanza.

Cosa sono i Trigger Point? | Andrea Bellato

I  punti sono rintracciabili nelle seguenti regioni:

  1. alla base del collo (sotto il ramo inferiore del muscolo sternocleidomastoideo)
  2. in prossimità della seconda costola
  3. a 2 cm. dall’epicondilo laterale
  4. nella sporgenza del grande trocantere
  5. nel cuscinetto adiposo mediale del ginocchio
  6. nell’inserzione del muscolo suboccipitale
  7. all’origine del muscolo sopraspinoso
  8. nella metà del margine superiore del muscolo trapezio
  9. nel quadrante superoesterno del gluteo.

Un muscolo divenuto meno elastico, rigido alla palpazione e cronicizzato non può più svolgere l’attività che permetteva  all’articolazione di eseguire il movimento. E’ possibile che in un’area interessata da questi 9 punti si sviluppino, in presenza di microtraumi, anche altre particolari zone definite “Trigger Points”.

I Trigger  sono zone indurite diventate dolenti alla palpazione, apprezzabili nel tessuto muscolare o nella fascia associata ad esso. Questi punti sono estremamente dolorosi e se non trattati possono compromettere la capacità funzionale del muscolo interessato.
Al tatto si presentano come noduli dolorosi a causa dell’alterazione del microcircolo venoso-arterioso e dei vasi linfatici. 
Quando il muscolo si atrofizza si possono formare ulteriori nodi accanto al nodulo primario ed una caratteristica di questi punti è quella di causare dolore anche in aree  distanti dal punto stesso.

Un criterio diagnostico che permette di differenziare una presenza di Fibromialgia piuttosto che di Sindrome miofasciale è dato dalla tipologia del dolore. In caso di FM alla pressione si avvertono punti dolenti con un dolore circoscritto mentre se i punti dolenti proiettano il dolore in areee distanti si tratta di dolore miofasciale.

Molti pazienti fibromialgici presentano, però, oltre ai tipici Tender Points caratterizzanti la patologia anche questi noduli perché affetti da patologie muscolo-scheletriche e miofasciali correlate alla Fibromialgia.

Le condizioni morbose nella FM

La presenza di una sintomatologia multiforme spiega le difficoltà evidenziabili nell’effettuare una diagnosi di FM.

Una delle fondamentali caratteristiche della Fibromialgia è identificabile nell’iperattività simpatica che si traduce in alterazioni della microcircolazione periferica e centrale: alterata distribuzione dei capillari a livello del tessuto muscolare con ipervascolarizzazione dei tender points, alterazioni del flusso cerebrale con diminuzione del flusso in particolari aree cerebrali (nucleo caudato e talamo) responsabili della trasmissione e della modulazione del dolore rendono ragione della caratteristica fondamentale della FM individuabile nella iperalgesia, in quanto il malfunzionamento di queste aree cerebrali porta ad un’errata interpretazione degli stimoli dolorosi.

Dolore Neuropatico: l'importanza degli esercizi di Neural Glides

I principali sintomi includono:

Iperalgesia e rigidità/tensione ad andamento cronico che interessano il sistema muscolare, articolare ed i tessuti molli; allodinia; cefalea (nucale, temporale e/o sovraorbitaria); emicrania; dismenorrea

Disturbi della sensibilità che si manifestano con fascicolazioni e parestesie diffuse o limitate ad un emisoma e presenza di neuropatia periferica (cutanea e muscolare) la cute è l’organo coinvolto.

Sintomi a carico degli arti inferiori (Sindrome di Wittmaack-Ekbom)

Intolleranza ortostatica

Affaticabilità e astenia persistenti che si manifestano come prostrazione fisica, debolezza muscolare e articolare, scarsa concentrazione

Alterazioni dell’equilibrio e vertigini ad andamento cronico

Alterazioni della temperatura corporea accompagnata da vasospasmi (Fenomeno di Raynaud)

Tachicardia, cardiopalmo, costocondralgia

Mastodinìa

Disturbi alla deglutizione ed a livello della lingua

Disturbi gastrointestinali e nausea con ipersensibilità e intolleranze chimiche

Ipersensibilità agli stimoli visivi e calo visus causato da un coinvolgimento dei muscoli oculari

Ipersensibilità agli stimoli uditivi, acufeni originati da spasmi dei muscoli tensivi del timpano

Impossibilità di recupero muscolare e disturbi del sonno/anomalia alfa-delta”  (alterazione delle fasi del sonno)

Diminuzione della memoria a breve termine, annebbiamento

Ansia parossistica, disturbo da attacchi di panico e manifestazioni depressive riconducibili alla cronicità del dolore.

La Fibromialgia presenta sintomi costanti nel tempo per i cui effetti, spesso invalidanti, non esistono cure o terapie risolutive. I dolori sono permanenti e persistenti, assumendo le caratteristiche del dolore muscolare reumatico – bruciore, spasmi e sensazione di ferita da coltello – ma possono variare di intensità, durata e frequenza nelle varie zone del corpo.

L’andamento di questa patologia è cronico e caratterizzato dall’alternarsi di episodi acuti seguiti da periodi di remissione clinica senza mai raggiungere uno stato di guarigione totale.

I sintomi tendono a peggiorare in risposta agli sforzi fisici, al freddo, all’umidità, all’insonnia e allo stress.